di Paolo Gonzaga
Il nostro fratello Davide Piccardo, nel suo bellissimo e totalmente condivisibile articolo sulla partecipazione dei musulmani, riportato dal sito-blog e luogo di dibattito:www.ethikos.net, ha scritto: “ Se vogliono essere fedeli ai propri valori, i musulmani devono continuare il percorso di apertura intrapreso, assumere completamente la responsabilità che implica la cittadinanza attiva, nonché un ruolo da protagonisti nelle lotte per i diritti comuni, lotte da portare avanti cercando la costituzione di alleanze ampie, con chi ha a cuore il destino del Paese. Devono uscire dalla fase catacombale, della quale sono emblematici gli scantinati, in cui anche simbolicamente il potere li vorrebbe tenere, e avviare un dibattito approfondito su come farsi portatori della necessità di una riscossa dell’etica.”
E da questo punto vogliamo riprendere il filo del discorso, cominciando con una breve introduzione.
L’Italia sta vivendo un clima politico tra i peggiori della storia repubblicana, un momento di enorme discredito dell’immagine internazionale, di immobilismo economico, di generazioni che crescono nella precarietà e non vedono sbocchi futuri, di povertà crescente, di corruzione dilagante e di mafie sempre più potenti, con un governo autoritario e sempre più incapace di accettare una normale dialettica politica, un governo ossessionato dai processi del Presidente del Consiglio ed incapace da tempo ormai di occuparsi del Paese .
Un governo con un Presidente del Consiglio che, nell’Italia della corruzione record, dell’evasione fiscale più alta d’Europa, delle mafie più potenti del mondo, pensa a come depotenziare e minare l’attività della magistratura, a come sottoporla al controllo politico dell’esecutivo, a come evitare la galera ai corrotti la depenalizzazione del falso in bilancio ed i condoni voluti da Berlusconi ad esempio gridano vendetta.
Berlusconi vuole una giustizia che tuteli il potente e sia spietata con il cittadino comune: infatti le carceri scoppiano di poveracci e sono in condizioni da terzo mondo con oltre 70.000 reclusi in strutture fatiscenti che ufficialmente al massimo potrebbero contenerne 43.000, di cui circa la metà extracomunitari. Un governo fallimentare a livello di politiche economiche e di sicurezza, populista, xenofobo, stretto alleato dei peggiori dittatori mondiali, un governo il cui principale partito, il PdL, è l’espressione diretta di un blocco di potere mafioso-massonico piduista , un grumo di interessi tra i più pericolosi della storia repubblicana, e in cui detta legge un partito come la Lega Nord che è ghettizzato in tutta Europa per le sue posizioni esplicitamente razziste e per le sue politiche inutilmente repressive e intolleranti vero le minoranze di ogni genere, verso gli stranieri, con un accanimento particolare verso gli arabi e i musulmani.
Il governo Berlusconi dura ormai da oltre 15 anni, grazie al controllo delle principali reti televisive con cui ha diffuso a piene mani un’ideologia edonista, individualista e cinica che è stata l’apripista e lo strumento dei suoi successi elettorali, ha sparso decadenza e distruzione di ogni valore che non fosse il successo ad ogni costo e l’uso del corpo come strumento di raggiungimento della ricchezza, umiliando tutti coloro che hanno sempre creduto nello studio, nell’impegno, nell’onestà, nella meritocrazia, nel pensiero libero.”L’ideologia” berlusconiana vorrebbe un mondo di spettatori passivi e non di cittadini attivi.
E’ proprio una visione del mondo quella berlusconiana, che viene trasmessa 24 ore al giorno dai suoi mass-media , non solo le tv, che restano comunque lo strumento principale, ma anche attraverso i giornali e soprattutto le riviste di gossip, che riprendono il mondo finto della Tv e tentano di farlo apparire vero, in un gioco di inganni infinito. Una visione del mondo opposta a quella di un musulmano e di qualsiasi essere umano che abbia un universo valoriale a cui far riferimento, a chiunque, credente o meno, abbia un’etica che rifiuta la mercificazione dell’essere umano, a chi antepone la fermezza dei propri principi agli idoli del denaro e del successo.
Oggi, vivendo e respirando gli umori della società italiana, ci accorgiamo di essere diventati tanti a non poterne più dell’egemonia esercitata per anni dalla sub-cultura berlusconiana, con tanto di bunga-bunga e Lele Mora. In questi ultimi anni e in questi ultimi tempi in modo particolare assistiamo con soddisfazione ad una nuova rinascita in mezzo alle macerie. Intellettuali, studenti, insegnanti e tutto il mondo della scuola, della cultura, della formazione, sono saliti sui tetti per denunciare la fine dell’illusione berlusconiana e non solo: la loro opposizione ad un mondo mercificato, dove l’uomo e i suoi bisogni vengono all’ultimo posto.
Precari, spesso altamente qualificati, stanchi di non trovare impieghi adeguati, di lavorare raramente e senza diritti, operai e lavoratori di ogni tipo hanno re-imparato l’importanza della partecipazione e dell’impegno individuale e collettivo per riprendersi i diritti gli si vogliono togliere o per rivendicarne di nuovi e hanno detto basta a un’economia che mette il denaro e il profitto al primo posto su tutto, che se c’è da salvare le banche spende centinaia di miliardi ma alimenta il razzismo mettendo i settori più deboli della popolazione gli uni contro gli altri. Con la manifestazione di milioni di donne del 13 Febbraio, contro la mercificazione del corpo femminile, stufe di questa continua decadenza, sono definitivamente emerse nuove forze fresche e determinate, le donne, scese in piazza come mai si era visto da decenni.
E prima ancora il movimento sociale che si era schierato accanto alla Fiom nella sua lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori, comprendendo come non fosse una questione della Fiat, ma riguardasse l’intero modo di concepire i rapporti nei luoghi di lavoro, a tutto danno dei lavoratori. E i tanti movimenti nati per la difesa della Costituzione, quelli contro le mafie, in difesa dell’ambiente in tutta Italia, contro il precariato, contro il razzismo e per la solidarietà. Un universo di persone che lottano nella loro vita quotidiana per un mondo, per un’Italia migliore. Tutte queste forze esistono da anni, lavorano spesso lontano dai riflettori ma attivamente nel tessuto sociale del Paese, hanno resistito a lungo e ora, grazie agli anticorpi sparsi a piene mani in momenti in cui il contagio razzista e berlusconiano sembrava più virulento, la società civile italiana si è risvegliata e finalmente ora queste forze, che hanno imparato a conoscersi e ad interagire tra di loro, creando un’enorme massa critica, cominciano ad intravedere la fine dell’incubo berlusconiano-leghista.
In questo clima si gioca una partita importantissima: l’elezione del nuovo sindaco di Milano.
L’occasione enorme che hanno i musulmani che vivono a Milano, per cominciare a contribuire al benessere e alla giustizia della società italiana e anche per sé stessi come individui liberi e portatori di diritti, per iniziare ad autodeterminarsi e prendere in mano il proprio futuro e quelli dei propri figli, è l’elezione del Sindaco di Milano che avverrà a Maggio. Qui si scontreranno in una sfida ad alto valore simbolico, la rappresentante femminile del berlusconismo, fenomeno nato a Milano, - Letizia Moratti, contro un’alternativa reale, un uomo onesto e rispettato in tutta Milano e in tutta Italia, Giuliano Pisapia, valido avvocato e attivista per i diritti umani, indipendente e senza tessere di partito, ma appoggiato da una vasta coalizione di centro-sinistra che va dal Partito Democratico arrivando a FdS, passando per Sel e Idv. Nei sondaggi Pisapia è in leggero vantaggio, ma la partita è ancora tutta da giocare, anche in virtù di quello che sarà il voto dei musulmani a Milano. Nelle elezioni precedenti la Moratti, la stessa che ha negato un luogo di culto dignitoso per i musulmani, vinse con poche migliaia di voti di differenza sul centro-sinistra e, se consideriamo che a Milano i musulmani sono oltre 100.000, si intuisce che potrebbero fare la differenza.
Un’elezione importantissima per il suo alto valore simbolico, ma anche soprattutto per le ricadute sulla vita quotidiana di ognuno di noi, sulla vita di ogni persona che professa la religione islamica, che porta un nome straniero, che desidera un mondo dove le persone cooperino, condividano esperienze e pratichino la solidarietà, un mondo più vivibile dove ci si aiuti reciprocamente e dove il desiderio di conoscersi tra uguali ma diversi, come sono tutti gli esseri umani, sia più forte e vinca sempre sulla paura irrazionale.
Quale occasione migliore per finalmente uscire dal ghetto, per finalmente tornare a partecipare e a decidere del proprio futuro e del futuro dei propri figli? Senza tanta ideologia: i musulmani milanesi rischiano, se non si svegliano dall’indifferenza, di essere complici della vittoria della coalizione PdL-Lega Nord, che ricandida la Moratti nonostante gli insuccessi e l’impopolarità, una coalizione razzista in cui è già stato designato il fanatico integralista cattolico Magdi Allam come futuro assessore al neo-assessorato all’integrazione? (nel malaugurato caso di vittoria della Moratti). Un Magdi Allam che proprio di questi tempi ha espresso “solidarietà a Berlusconi per l'attacco che sta subendo da parte di un ampio fronte trasversale che comprende politici del Centro e della Sinistra, poteri forti finanziari ed economici, la magistratura ideologizzata, mezzi di comunicazione di massa che speculano sullo scandalismo, parte della Chiesa cattolica relativista, buonista, multiculturalista e islamicamente corretta”
Questa ipotesi funziona da cartina di tornasole per la Milano che prevarrebbe nel caso della vittoria della Moratti, ci dimostra pienamente lo spirito da cui sarebbero animate le politiche verso le minoranze, verso gli stranieri in generale, verso i musulmani in particolare. Una Milano sempre più provinciale e chiusa nell’odio, nella diffidenza e nell’egoismo, per nulla in sintonia con una personalità eccezionale come il cardinale Tettemanzi, visto dalla parte politica della Moratti come “troppo amico degli immigrati”, in una versione del cattolicesimo intollerante e integralista, in opposizione alla Chiesa dei poveri, alla Chiesa dell’accoglienza, della fratellanza e del dialogo che è la tradizione della Chiesa Ambrosiana da cui vengono delle personalità meravigliose come il cardinale Martini, l’arcivescovo Tettamanzi e tanti altri.
La giunta Moratti che si conclude con queste elezioni, si è caratterizzata per la chiusura mentale e per la provincializzazione di Milano avvenuta durante il suo governo, le libertà basilari, sancite dalla Costituzione Italiana non sono stare rispettate, e l’atteggiamento verso i nuovi cittadini è sempre stato di ghettizzazione e negazione di diritti. Non è un mistero che il mondo cattolico di base, l’associazionismo diffuso cattolico abbia già espresso una chiara preferenza per il candidato del centro-sinistra, l’avvocato Pisapia. Pisapia si è dichiarato più volte e pubblicamente deciso a costruire una Milano davvero internazionale, una Milano che potrà cogliere anche l’occasione dell’Expo ma facendo bella figura con il mondo e mostrando una città veramente pluralista, attenta all’ambiente, senza la corruzione a cui ci ha abituato la destra berlusconiana.
Ad onore dell’avvocato Pisapia va segnalato il suo forte impegno per la piena libertà di culto e l’eliminazione degli assurdi ostacoli burocratici per poter avere spazi di incontro e dove poter praticare liberamente la propria religione, con esplicito riferimento ai musulmani, ingiustamente emarginati sino ad ora e maltrattati in barba alla Costituzione italiana dalla fallimentare giunta Moratti, ostaggio della Lega Nord.
Ora proviamo ad immaginare la che Milano vogliamo. Abbiamo di fronte una reale alternativa che inciderà sulle vite di tutti noi: La Milano della Moratti, del razzismo, delle ordinanze coprifuoco che causano solo maggiore insicurezza e alimentano risentimento, ghettizzazione e portano all’indebolimento se non all'annullamento dei rapporti sociali, la Milano del suo promesso assessore “all’integrazione” Magdi Allam e del suo fanatismo razzista che lo porta addirittura a polemizzare con i vertici della Chiesa Cattolica, accusata di dialogare con le altre fedi. Non osiamo immaginare gli sforzi per l’integrazione del sig. Magdi Allam: con gente come lui, fanatici religiosi estremisti, il rischio banlieu nei quartieri a più alta densità di immigrazione diventerebbe serio e invece di risolvere e prevenire i possibili conflitti, avremmo un assessore integralista e bigotto, portato all'intolleranza e senza la minima idea del significato del pluralismo e della convivenza solidale e meticcia.
Non possiamo sopportare ancora un nuovo mandato della Moratti, che ha reso Milano provinciale e chiusa in sé stessa sempre più cupa e in crisi, in mano agli speculatori di ogni sorta, coinvolta da mille scandali, ultimo le violazioni edilizie compiute da suo figlio, ora oggetto di un'indagine della Procura, che si è voluto costruire la casa come Batman, fregandosene dei permessi e delle regole che dobbiamo seguire noi cittadini comuni. Mentre la Moratti difende l'indifendibile, a partire dai suoi assessori inquisiti, nega anche i più elementari diritti ai musulmani e alle minoranze, sgombera i centri sociali e gli spazi collettivi, spesso unici presidi contro il degrado e la sub-cultura mafiosa e malavitosa. La Milano della Moratti sarebbe una città che anche a livello internazionale di fronte ai milioni di visitatori che arriveranno con l’Expo, perderebbe la faccia per sempre, visto il nulla che è stato fatto fino ad ora. Possiamo pensare che l’approccio all’integrazione e alla cooperazione, per la prevenzione di conflitti e per la promozione della solidarietà di cui avrebbe bisogno una città che aspira a essere metropoli europea, possa essere dato in mano a gente molto ideologizzata e poco qualificata come un Magdi Allam qualunque?
Oppure ci rendiamo conto che possiamo davvero cambiare città e cambiare in meglio la nostra qualità della vita con la Milano di Pisapia, una Milano solidale, attenta all'ambiente e alla qualità della vita, inclusiva e che sa valorizzare la sua multi-etnicità, una Milano con un’amministrazione che punta al benessere sociale dei suoi cittadini, che vuole chiudere con gli appalti dati agli amici della cricca Moratti per l’Expo del 2015, vigilare attentamente sugli enormi business che inevitabilmente graviteranno e già gravitano attorno a questo grande evento. Un’amministrazione attenta all’individuo in cui nessuno si senta solo o straniero, una Milano solidale in cui tutti i cittadini e le forze positive della città potranno esprimersi, dire la loro e influire sulla gestione della cosa comune. Pensiamo, per tutti i motivi esaminati precedentemente che sia necessario e non più rinviabile prendere delle posizioni chiare in favore di un candidato, Pisapia, in delle elezioni comunali che avranno enorme importanza nazionale e grosse conseguenze sulla vita di tutti coloro che abitano in questa città.
Come musulmani milanesi non possiamo perdere questo importantissimo appuntamento, siamo pienamente parte di un tessuto sociale che ci obbliga ad agire se vogliamo finalmente essere davvero una risorsa per il paese e se vogliamo agire per il bene di questa città, per noi stessi e per tutti coloro che non si rassegnano al cinismo e al qualunquismo che caratterizzano la sub-cultura di Berlusconi, il quale alle ragazze precarie suggerì di trovarsi un marito ricco e agli imprenditori di non pagare più tasse di quel che si ritiene “giusto” e che va a braccetto con il cinismo dei leghisti, i quali propongono autobus separati per gli immigrati, discriminano i bambini a scuola o addirittura all’asilo, violano la Costituzione italiana quotidianamente con il loro disprezzo e odio per le minoranze, delle diversità , la loro denigrazione dell’Unità d’Italia, della sua indivisibilità, dei suoi simboli.
Proprio all’insegna della partecipazione e del lavoro dal basso, Pisapia ha lanciato un appello alla formazione di comitati di ogni categoria di cittadini in suo favore, composti da persone che vogliano aiutare a diffondere la sua visione di città e il suo programma per Milano, siano essi comitati di zona, come già esistono da alcuni mesi e che lavorano eccellentemente sul territorio rapportandosi con la cittadinanza zona per zona, siano essi comitati “di affinità”, cioè persone unite da un’idea, un’occupazione, un mestiere ecc. che si riuniscono in comitato in suo favore, così da basare la campagna elettorale sulla partecipazione, la cooperazione e il dialogo tra cittadini, proprio come è stato elaborato il suo programma di governo. La storia personale di Pisapia, di attento difensore di diritti e dei più deboli, la sua attenzione storica per l'ambiente, il percorso che ha portato alla sua candidatura, un percorso fatto da cittadini comuni e costruito dalla partecipazione, culminata con il voto di oltre 60.000 milanesi alle primarie, garantiscono sulla serietà della sua proposta e mostrano come potrebbe essere un alternativa concreta di governo della città di Milano, un buongoverno che a Milano manca da decenni, ma che si è aggravato decisamente in questi ultimi 5 anni di giunta Moratti. Per questo abbiamo creato un comitato a favore di Pisapia che ne supporterà attivamente la campagna.
E’ necessario però che il comitato si ampli, che la comunità islamica tutta sia coinvolta e attiva, che senta questa tornata elettorale come cosa che la riguarda nella sua interezza e come una possibilità di auto-determinazione, per non dover più elemosinare nulla, ma vivere in una città dove i diritti, la multietnicità, la libertà di culto, l’incontro tra culture, la condivisione, la cooperazione e la Costituzione siano una cosa concreta e non mera retorica.
Partecipare, esercitare cittadinanza attiva, se non ora quando?